Durante gli intercettamenti, sia di QDR sia di QDM, è consigliabile che gli angoli di intercettamento vengano scelti di 30°, 45°, 60°, o 90°, a seconda della posizione reciproca aereo-rilevamento-punto di destinazione, nonché della rapidità con cui si vuole raggiungere il rilevamento.
L’angolo di 90° consente l’intercettamento nel tempo più breve, mentre gli angoli minori allungano il tempo di raggiungimento del rilevamento, ma accorciano il percorso per giungere a destinazione.
La scelta degli angoli di intercettamento di valore intero multiplo di 30° ha lo scopo di eliminare le ambiguità di lettura dell’ ADF nella fase finale dell’operazione: quando l’indice si trova in corrispondenza di una tacca della rosa marcata con un numero (270°, 300°, 330°, 30°, 60°, e 90° per l’intercettamento dei QDM, e 90°, 120°, 150°, 210°, 240°, e 270° per l’intercettamento dei QDR), la possibilità di sbagliare la lettura è praticamente nulla.
L’angolo di intercettamento che offre il miglior compromesso tra il tempo di intercettamento e la distanza percorsa è quello di 45°, largamente utilizzato nelle procedure strumentali.
Per questa ragione il quadrante degli ADF porta dei riscontri spaziati di 45° a destra e a sinistra sia del muso che della coda dell’ aereo: durante un intercettamento a 45°, indipendentemente dal valore indicato dalla rosa dell’ADF, il pilota sa di aver concluso la manovra quando l’indice dello strumento ha raggiunto il riscontro predeterminato.
Data la rigida interconnessione esistente fra le indicazioni dell’ ADF e quelle del direzionale, durante tutta la manovra di intercettamento, e durante la fase finale in modo particolare, la prua dell’aereo va scrupolosamente mantenuta sul valore prestabilito, in modo da non cambiare il valore dell’angolo di intercettamento, dal quale dipende lo scostamento dell’ADF dall’asse longitudinale dell’aereo.